Il ballo delle pazze è un libro che si presta molto bene alla mia rubrica perché è ambientato in un manicomio femminile, l’ospedale Salpêtrière, diretto da Charcot.
In questo ospedale e in quelli di altri Paesi nello stesso periodo storico, venivano internate donne di ogni tipo, di ogni ceto sociale e con le motivazioni più disparate. C’erano prostitute, assassine, donne abusate, affette da malattie mentali e donne perfettamente sane.
In questo romanzo incontriamo Louise, una giovane ragazza ingenua con un passato difficile; Thérèse la più anziana che pazza non è ma conosce bene il motivo per la quale è stata rinchiusa tanti anni prima. C’è anche Eugénie, ragazza di buona famiglia troppo bizzarra e fonte di vergogna per il padre. Charcot, direttore della clinica, è un luminare ed è famoso per i suoi studi sull’isteria e sull’ipnosi.
Ma cos’è l’isteria?
Il termine isteria, coniato da Ippocrate, deriva dal greco ysterion e significa utero. Da ciò si può intuire quanto questo disturbo sia stato visto come prevalentemente femminile. L’isteria si consolidò nella scienza medica come una malattia femminile, causata dallo “spostamento” dell’utero, che provocava convulsioni, paralisi, senso di soffocamento, depressione, collassi, e quest’idea cominciò ad assumere contorni sempre più misogini, di pari passo con la progressiva deplorazione della malattia mentale.
Dalla fine del Medioevo e per tutto il Seicento fu associata alla stregoneria e i suoi sintomi furono utilizzati come prova conclamata della possessione demoniaca. Fino a questo momento l’isteria era stata definita come un disturbo esclusivamente femminile, ma Charcot cercò di scardinare questa credenza sostenendo che l’isteria non avesse nulla a che fare con l’utero.
Secondo Charcot lo stesso fenomeno è valido per gli uomini come per le donne; solo che per gli uomini, considerata la differente situazione sociale, è più ovvio che la patologia isterica nasca dal ricordo di un trauma legato ad un evento sociale, lavorativo o bellico, mentre per la donna occorre considerare altri avvenimenti. Il contenuto degli attacchi dell’isteria femminile, per la propria natura, è relativo a traumi (spavento, malattia, delusione).
Gli studi di Charcot fecero sicuramente presa sulla comunità scientifica dell’epoca e diventarono il punto di partenza della carriera di Sigmund Freud. Freud sosteneva, generalizzando il caso di Anna O., che i sintomi dell’isteria avessero un preciso significato psicologico e non dipendessero da una degenerazione del sistema nervoso.
L’esordio dell’isteria veniva sempre fatto risalire ad un episodio traumatico per il paziente che era stato rimosso. Freud con il tempo iniziò a sostenere che l’eziologia del disturbo fosse sempre di natura sessuale. La sessualità infantile diventò uno dei pilastri su cui fondò la psicanalisi e le attribuì un ruolo primario tra le cause delle nevrosi.
In Il ballo delle pazze assistiamo alle famose “lezioni del martedì” di Charcot, affiancato da Babinski, suo studente. Davanti ad una platea di studiosi Charcot mostrava in modo teatrale come con sparivano i sintomi quando i pazienti si trovavano in uno stato di ipnosi. Charcot fu duramente criticato da molti dei suoi contemporanei. Fu accusato di essere poco professionale e di aver trasformato le “lezioni del martedì” in un circo. Tali affermazioni erano assolutamente errate. Charcot aveva un profondo spirito scientifico e proprio per questo motivo non escludeva alcuna possibilità a priori.
Credo che l’autrice abbia scritto un libro molto interessante e preciso dal punto di vista storico. Il ballo delle pazze permette al lettore di conoscere il famosissimo ospedale Salpêtrière e il suo altrettanto famoso direttore Charcot che ha condotto studi molto importanti in campo psicologico e che è stato insegnante del padre della psicoanalisi, ossia Sigmund Freud.