Non succede sovente che un romanzo squaderni un catalogo così fitto di rumori, odori, sapori e dolori come accade nell’ultima fatica di Hervé Le Corre. Certo, lo sfondo sul quale si dipanano le vicende dei cinque personaggi principali del racconto – la “settimana di sangue” che nel maggio del 1871 mise fine alla Comune di Parigi – non poteva fornire materiale più a buon mercato di quello utilizzato da uno degli autori di noir transalpini di maggior successo, ma fin dalle prime righe la sensazione di venire risucchiati in un incessante vortice di spari, crepitii, esplosioni, fumo d’incendi, miasmi, violenze, massacri e gesta disperate risulta così nitida e tangibile da generare angoscia, ripulsa, disgusto, senso di soffocamento e autentica ammirazione. Non fosse per quei fili rossi che tracciano le vicissitudini individuali di Caroline, Nicolas, Antoine Roques, Clovis e Pujol nei giorni precedenti la capitolazione della Comune, L’ombra del fuoco avrebbe tutti i crismi per presentarsi come la più realistica delle cronache dal teatro di una guerra civile. Un romanzo potente, incalzante, indimenticabile.