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Dopo la pioggia di Chiara Mezzalama

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: Sololibri
Data: 1 marzo 2021
URL: https://www.sololibri.net/Dopo-la-pioggia-Mezzalama.html

Ero rimasta colpita dal romanzo autobiografico Il giardino persiano che Chiara Mezzalama aveva pubblicato pochi anni fa, ma ora, il suo nuovo libro Dopo la pioggia (E/O, 2021) è veramente una rivelazione: l’autrice appare maturata, cresciuta nella sua visione della famiglia, della coppia, della genitorialità, ma soprattutto del mondo intero, anzi, come oggi si usa dire, del pianeta.

La scrittrice si è trasferita a Parigi, ma Roma, vista con un po’ di distanza, resta al centro dei suoi interessi di artista. Il romanzo parte proprio da un quartiere romano dove vive la famiglia protagonista della vicenda che Mezzalama racconta: Ettore è un architetto-costruttore, con grossi interessi commerciali che lo tengono fuori di casa; sua moglie Elena fa la traduttrice, ma ha scoperto da poco che suo marito la tradisce, e lei sa pure con chi: una prevedibile collega di studio, giovane e bella. I loro due figli, Susanna, adolescente inquieta anche se matura e consapevole, e Giovanni, di nove anni, un ragazzino diverso dai suoi compagni che ama la danza classica, capiscono che in casa qualcosa non funziona più. Tornando da scuola si accorgono che la madre non c’è, non torna neppure la sera, sono rimasti soli con il padre, sgomento quanto loro.

Da qui parte l’intreccio del romanzo, perché mentre Elena sta cercando di raggiungere la casa di famiglia nella campagna umbra e Ettore e i figli si chiedono cosa fare in attesa di sue notizie, comincia a piovere. Presto la pioggia si trasforma in un’alluvione che sempre più violentemente si abbatte sulla città e in tutta la regione: il Tevere rompe gli argini sommergendo ponti, strade, palazzi, e dilagando interrompe ogni contatto. Non ci sono più elettricità e collegamenti telefonici, la catastrofe si è abbattuta sul quotidiano di tutti, interrompendo abitudini, certezze, punti di riferimento. Ettore e i ragazzi si sono messi in viaggio per raggiungere Elena, lei è rimasta a sua volta isolata: il fiume esondato li divide, impossibile raggiungersi. È evidente il significato metaforico che Chiara Mezzalama attribuisce a tutta la vicenda, così realistica nei suoi effetti, così simbolica della nostra attuale condizione di isolamento, spaesamento per ciò che imprevedibilmente sta avvenendo sul nostro pianeta.

Il viaggio dei protagonisti del romanzo dura tre giorni che sembrano una vita intera. Sono ore nelle quali, nello spasmodico tentativo di raggiungersi, faranno imprevedibili incontri, confrontandosi con diverse modalità di vita mentre la possibilità di un nuovo sguardo sul mondo si affaccia ai loro occhi: una donna giapponese scampata al disastro atomico di Fukushima, un giovane norvegese che ha deciso di allevare galline e coltivare la terra, lontano dal gelo scandinavo, un cercatore di funghi che vive a contatto con il bosco e la natura che gli parlano, una comunità di suore, giovani e colte, strane, che fanno marmellate biologiche e non solo… Mondi sconosciuti, affascinanti, che si aprono ai nostri quattro cittadini, rivelando che si può vivere, pensare, affrontare le sfide dell’esistenza con una visione che guarda fuori dell’angustia delle abitudini consolidate, della ripetitività dei gesti, dell’uso compulsivo del cellulare, di un quotidiano scandito da obiettivi stressanti, fonte di nevrosi, di solitudine, di infelicità. La scoperta di una forma di comunità solidale che passa per sentieri sconosciuti, l’amicizia che supera la diversità generazionale, l’amore e il sesso che possono essere vissuti in modo più aperto, la presenza della natura da conoscere meglio, da difendere, una risorsa da preservare dal disastro che incombe sull’intera umanità sono le tante scoperte che, ognuno alla sua maniera, sollecitano Elena, Ettore, Susanna, Giovanni a riscoprire la qualità del loro legame, la profondità dell’amore che li lega.

Chiara Mezzalama è riuscita a condensare una storia grande, universale, che parla di tutti noi, nelle poco più di duecento pagine di un romanzo ricco, maturo, che comunica al lettore emozioni forti in un linguaggio diretto, spontaneo: aggettivo che uso non in funzione critica, ma anzi valutando la capacità della scrittrice di rivolgersi al pubblico dei lettori usando una lingua piana, comprensibile, lessicalmente curata ed efficace. Pur parlando di una sorta di catastrofe ambientale di cui non si conoscono i confini, l’autrice riesce lucidamente a coinvolgerci in una storia di grande attualità, capace com’è di andare nel profondo delle nostre coscienze: il mondo attuale ci sta interrogando sui temi sensibili della nostra sopravvivenza fisica e psicologica, chiedendo risposte, politiche, sociali, culturali, e la narrativa, quando è di qualità, riesce a porre quelle domande e a provare a dare risposte che sono fondamentali per tutti noi. Dopo la pioggia ci sarà il ritorno del sereno, ma sarà nuovo e diverso, sembra un suggerimento e un’esortazione a scelte radicali alle quali tutti noi siamo chiamati con forza. E i romanzi possono aiutarci.