In Squali al tempo dei salvatori di Kawai Strong Washburn (Edizioni e/o), la famiglia Flores, composta Augie e Malia ed i loro tre figli, Dean, Nainoa e la piccola Kaui, si trova in forti difficoltà economiche dopo la chiusura della piantagione di canna da zucchero dove Augie lavorava.
Sono i primi anni duemila e la famiglia deve trovare un modo per sopravvivere, per mantenersi.
Noa è stato concepito in una notte in cui gli antichi spiriti si sono palesati sulla Terra, infondendo i loro poteri su di lui. È riuscito a guarire la mano ferita di un ragazzo, dopo essere caduto da un’imbarcazione, è stato salvato dagli squali.
Salvato, sì. Ma è lui stesso un salvatore. I genitori, cresciuti nella miseria e vittime del capitalismo in continua avanzata, credono che lui sia nato per salvarli dalla povertà, per salvare le Hawaii dalla rovina.
Credo che quel giorno del cimitero sia stata la prima volta che abbiamo capito veramente l’entità del tuo potere. Se tu appartenevi più agli dèi che a noi – se era qualcosa di nuovo, se dovevi ricreare completamente le isole, se eri tutti gli antichi re raccolti nel corpo di un ragazzino – allora era ovvio che non potevo essere io a guidarti verso il tuo pieno potenziale.
Noa è il secondogenito ma, di colpo, diventa il più grande. Questo suo potere mette in ombra i due fratelli che, soprattutto nella fase della crescita e maturità, iniziano a provare una sorta di astio e rancore nei suoi confronti. Crea una spaccatura nel rapporto familiare di cui lo stesso Noa si rende conto. Dean e Kaui sono combattuti tra l’affetto che provano nei suoi confronti e il desiderio di realizzarsi, di far sapere al mondo che anche loro sono importanti, speciali.
È il prescelto e sente il peso di questa carica che non ha scelto lui di avere.
Definirlo un romanzo familiare è riduttivo, al suo interno c’è il richiamo alla propria terra, ché per quanto lontano puoi scappare troverà il modo di attirarti nuovamente a sé. Le Hawaii non vengono dipinte come un paradiso estivo, fatto di resort e vacanze da sogno, ma un territorio in continua trasformazione, con i suoi lati positivi tra i negativi.
Consigliato a chi ha voglia di mettersi in viaggio, soprattutto adesso che non si può, e lasciarsi trasportare dall’altra parte del globo. Controindicazioni: provoca un’improvvisa voglia di salsedine sulla pelle.