Acclamato dalla critica, è uscito in questi giorni l’ultimo romanzo di Lia Levi, scrittrice e voce autorevole del mondo ebraico (per trent’anni ha diretto il mensile ebraico Shalom). Intitolato Ognuno accanto alla sua notte, tratto da un verso di Paul Celan, la trama si svolge sullo sfondo di una Roma caotica durante il periodo delle leggi razziali: un commediografo ebreo di successo messo al bando, costretto a nascondersi e a lavorare in incognito per poter scrivere i suoi testi teatrali; una coppia di adolescenti innamorati – lei ebrea vittima designata, lui figlio di un gerarca nazista – protagonisti di un amore romantico e tormentato, ma soprattutto proibito; infine un figlio e un padre che fa parte della dirigenza ebraica di Roma che in uno scontro politico generazionale si fronteggiano aspramente sul ruolo e le responsabilità di una classe dirigente che il figlio reputa inadeguata.
Tre storie individuali di gente comune che si ritrova a vivere in un contesto drammatico; storie diverse e in apparenza normali collegate dal filo sottile delle circostanze. Con i protagonisti ignari di far parte di una stessa narrazione e il Destino che mescola le carte in tavola giocando pesantemente il suo ruolo.