Terzo romanzo in salsa barbaricina, pur con godibilissime e bucoliche diversioni banditesche e passaggi addirittura intercontinentali, per Franco Zanna tosto fotografo, sempre a caccia di guai? Quello che non si tira mai indietro se c’è da menare le mani in caccia di scoop, l’accanito tombeur di femmes? Lui! Ma in questo momento tutta’altra musica perché stavolta il nostro eroe, dopo i primi due impegnativi capitoli, sta cercando laboriosamente di ricostruire un vero rapporto con Carla, madre di sua figlia Valentina. Certo qusi diciotto anni di lontananza sono tanti da ricucire ma parrebbero su buona strada anche se sia Carla che lui devono far ordine nelle loro vite. E , è evidente, riorganizzarle . Anche per questo Carla deve rientrare al suo lavoro di Torino e purtroppo mentre Franco l’accompagna all’aeroporto di Olbia, crede di riconoscere a distanza un volto conosciuto quello del Catanese che aveva sperato di non dover vedere mai più. Alfio di Girolamo infatti detto il Catanese era il feroce esecutore del clan che lo costrinse ad abbandonare la donna della sua vita, il suo lavoro di giornalista e fotoporter, il suo vero nome, distruggendo la sua vita di allora.
Ma non appena partita Carla, Zanna sarà inviato per il suo lavoro dalla sua di pagatrice d’opera, Irene Sanna, a partecipare a un esclusivo concerto del Divo, celeberrimo cantante d’oltreoceano, in un famoso locale della Costa Smeralda. Concerto di stratosferico successo a cui farà seguito una festa privata riservata a pochi eletti nel lussuoso ed esclusivo resort e durante la quale Zanna sarà testimone di tutta una serie di pruriginosi eventi che gli garantiranno anche l’esclusiva del superscoop di un furto milionario con relativo scandalo nella suite del divo. Il suo fantastico servizio fotografico finito in tutte le prime pagine mondiali, soprattutto per la fama del derubato provocherà però una catena di brutali e misteriosi omicidi. Per prima Delicia Flores, la ex bellissima compagna del Divo viene ritrovata uccisa e fatta a pezzi per la strada di El Dorado, l’ aeroporto internazionale di Bogotà. Assassinio che pare inesorabilmente collegabile al furto nel resort della Costa Smeralda. Resort già attrezzato per “La nuova Ginestra, un fantasmagorico locale gestito da Stanis, vecchio buon conoscente di Franco Zanna, e pronto per la sua ufficiale inaugurazione a fine anno. Altri moriranno e tutti erano in Costa Smeralda per il concerto e avevano preso parte alla successiva ed esclusiva festa.
Il Catanese che Zanna ritrova seminascosto in alcuni dei tanti scatti della sua Rolleiflex c’entra qualcosa con quella catena di delitti? Zanna deve scoprirlo. Ha da troppi anni un brutto conto in sospeso con lui e ora che il destino li ha fatti incontrare di nuovo sta pensando a farglielo pagare. Ma se la faccenda è come si prospetta, rischia di farsi pericolosa. È andato a infilarsi in una brutto affare sporco. Molto sporco! Un altro pasticcio coi fiocchi. C’è il rischio di rimetterci la pelle. Solo un uomo può aiutare il nostro eroe a reggere il gioco e a confrontarsi con un assassino come quello: Gonario l’ultimo dei banditi sardi. Il vecchio, saldo, temibile e inossidabile zio di Franco: Gonario Strangio, sempre vestito di velluto e con i gambali di cuoio come un gentiluomo dell’800. E se ci sarà da menare davvero le mani sempre pronto a battersi in prima persona, ma anche a ricordare al nipote le regole del codice della vendetta barbaricina. Mi piace la figura di Irene Sanna, a capo dell’agenzia Gallura Vera., sostegno economico e unica fonte di reddito per Franco Sanna con la sua affettuosa e disincantata amicizia; Cosima anziana e scafata barista della zona, materna e serena forza della natura con la sua “testuggine di collaboratori”. E che dire poi delle emblematiche e profondamente carismatiche figure di zio Gonario e zia Nevina che assumono le caratteristiche di icone familiari, potenti numi tutelari che in qualche modo sorvegliano, controllano e proteggono sempre il protagonista. Perché anche se i morti non parlano e talvolta possono servire da utile copertura, i diamanti uccidono Per fortuna in Sardegna girano ancora certi vecchi briganti, per i quali ogni regola è “chistione de onore”.
Un altro bel giallo in cui, ancora una volta la Sardegna, tuffandosi negli intrighi e nei misteri, diverte, intriga e coinvolge, facendo l’occhiolino al noir e alla commozione quanto basta