Mattia Lorozzi è un ragazzino di 11 anni che vive in una banlieue parigina con Zé, il suo tutore legale, un ragazzo di poco più di vent’anni, e la fidanzata di quest’ultimo, Gabrielle. Mattia si ritrova senza una casa dopo il suicidio del padre, avvenuto in un ospedale psichiatrico qualche anno prima, che ha disgregato la famiglia: la madre, Amélia, non riesce a sopportare il dolore e dopo aver trovato Mattia sanguinante a causa di tagli autoinflitti, decide che non ha più la forza di occuparsi di lui; la sorella Gina, che ha abbandonato la scuola appena adolescente e da allora vaga per il mondo senza una meta; infine Stefano, il figlio di Amélia e del suo primo compagno, che ha deciso di impegnarsi al massimo negli studi per fuggire da quella situazione, affermandosi poi come chirurgo. Improvvisamente, alcuni comportamenti inusuali di Zé, Amélia e Gina, insieme alla ricomparsa insistente di graffiti con il volto di Said, un ragazzo colpito a morte dalla polizia quindici anni prima, e frasi che chiedono giustizia riportano a galla eventi spiacevoli del passato, in realtà molto attuali. Mattia, con molta insistenza, riuscirà a scoprire come nulla accada per caso e cosa si cela dietro tutto ciò...
Cloé Mehdi racconta tutta la vicenda vista dagli occhi di Mattia, un undicenne che è dovuto diventare adulto molto prima di essere adolescente. Mattia è un bambino curioso, serio, introverso, che ha vissuto dolori immensi, a cui non riesce a dare una spiegazione completa; tante vicende e tanti aspetti gli vengono taciuti, quasi a proteggerlo, ma di fatto non gli vengono tenuti nascosti, in quanto l’indifferenza generale e il carattere taciturno e solitario di tutti i protagonisti porta all’assenza di confronto e condivisione. È un romanzo malinconico, che lascia l’amaro in bocca, che evidenzia come la giustizia non sempre faccia il suo dovere e punisca i colpevoli, mettendo in cattiva luce la vittima agli occhi dell’opinione pubblica, e viceversa, quando un accusato ingiustamente viene ritenuto innocente, anche il quel caso i media ne diffondono un’immagine distorta. Tutto questo si contrappone al senso di giustizia e alla disperazione dei familiari di Said, che non si arrendono neanche dopo molti anni, che vogliono verità e giustizia per il figlio ucciso prematuramente mentre cercava di cambiare la propria condizione sociale e quella dei suoi cari, ma non solo: quella dell’intera comunità di Les Verrières, quartiere degradato di Parigi. Un romanzo che più che dare riposte, stimola il lettore a domande e riflessioni.