Forse ho sognato troppo regala esattamente quello che promette. La storia è un’altalena dentro la mente della protagonista, dove i ricordi la fanno da padrone condizionando presente e passato.
Nathalie è un bella hostess sulla cinquantina con una vita regolare, divisa tra voli in tutto il mondo, due figlie e un marito. Il libro inizia quindi nella più completa, prevedibile quotidianità. Ma una serie di strane coincidenze si insinuano nel tranquillo presente, riportando la donna a un passato tormentato, dietro cui si cela un pesante segreto. Pagina dopo pagina la fragile corazza di Nathalie comincia a incrinarsi sotto i colpi di un’incredibile catena di rimandi, che la costringono a rivivere i ricordi di un amore sepolto nel profondo del cuore.
Con un sapiente alternarsi tra la vita di oggi e i giorni di ieri, Michel Bussi ci restituisce un viaggio sentimentale di intima bellezza, dentro un amore in apparenza sopito, che invece torna prepotentemente a galla con colori alquanto inquietanti.
Il libro è molto piacevole. Il coinvolgimento del lettore nella doppia realtà della protagonista è sapientemente dosato e si alterna ai punti di vista degli altri personaggi.
Molto belli i molteplici rimandi al mondo del cinema, con citazioni di tante storie d’amore, prima fra tutte quella raccontata da Benigni in La vita è bella.E poi c’è tanta, tantissima musica. Il libro è accompagnato da una sorta di colonna sonora di sottofondo molto accattivante, con partecipazioni illustri.
Bella infine la riiflessione conclusiva sul valore del successo, che bel lontano dall’idea dell’arricchimento economico, ci viene presentato nella sua accezione più pura, come il semplice desiderio di lasciare qualcosa di sé al mondo.