Il blues è la chiave per portare sullo schermo il mondo di Carlotto e l’atmosfera della laguna veneta, la nostra Louisiana. Il percorso di ri-ambientazione dei romanzi trasforma l’ex militante politico degli anni Settanta in un blogger ambientalista
Una cosa è certa, la saga dell’Alligatore di Carlotto attraversa tutti i generi, dal Western all’Hard Boiled. Nel regista che deve farne un film questa ricchezza può suscitare un certo panico, perché la trasposizione cinematografica è molto complessa, ma allo stesso tempo affascinante.
Dovendo individuare una chiave di lettura, ho scelto un elemento che mi permettesse di tenere insieme tutte queste caratteristiche, il blues.
È stato fondamentale avere Carlotto al nostro fianco, perché abbiamo fatto dei cambiamenti radicali rispetto ai suoi libri, mantenendone lo spirito e ri-ambientando la vicenda ai nostri giorni.