Magia, potere e femminilità alle pendici del Vesuvio
“Veglia Tettagna sulla mia voglia, che ogni uomo altro sono sogna“
L’ esordio di Patrizia De Luca, è un esordio vincente. Nata a Napoli, architetta ed esperta ambientale, svolge attualmente attività di ricerca presso l’Ispra di Roma e dalla Capitale ci regala una storia dalla trama originale e dal finale toccante, seppur malinconico. Una storia che la riporta a casa, alle sue origini.
Tettagna. Che nome curioso vero? Eppure è tutto nascosto lì, in quella collina immaginaria sotto la quale sorge Tettanio, un paesino di provincia. Nella vita reale siamo forse a Cicciano, in provincia di Napoli.
Patrizia De Luca, ha scritto una favola nera dai contorni sinuosi, dove prevale la femminilità, il potere del corpo di una donna. Le femmine nate sotto la collina di Tettagna, nascondo un segreto che a lungo andare schiaccia. Tale segreto viene loro svelato, nel giorno in cui diventano adulte e si tramanda di generazione in generazione. Le tettianesi sono tutte accomunate da un seno prosperoso e seducente, al punto tale che può stregare alla sola vista, un uomo. Il seno di una donna, in questa favola nera, spietata e verace, da la vita e la toglie.
Assunta, orfana di padre e madre, non poteva immaginare tutto questo e fremeva al pensiero di svilupparsi. All’età di diciassette anni si sposa con Nicola il giostraio, innocente ed incosciente, non ascolta i consigli della zia che più volte aveva cercato di metterla in guardia dal marito. Ziella è l’erborista del paese, colei che si reca sulla collina per fare scorte di erbe preziose e realizzare specifiche pozioni per le donne del paese. Le piante e i fiori della collina, se debitamente trattati, contengono i principi attivi per superare le difficoltà coniugali.
L’amore tra i due ha breve durata, non così breve però da non dare alla luce Elsa. Subentrano bugie, problemi economici e un altro uomo. Assunta si innamora del bel notaio Tommaso, che incontra durante le sue ore di lavoro. Il marito infatti, indebitato fino al collo, la spingerà a lavorare come donna delle pulizie nella Napoli bene. Una notte, mentre si recava alla ruota panoramica, in compagnia della sua amica Filomena, Assunta si troverà davanti il corpo senza vita del marito. Sapeva cosa era successo: Nicola gli era “caduto” dal cuore.
“Avevamo assistito alla danza della morte per inconcludenza d’amore, avevamo visto cosa significava cadere dal cuore di una donna di Tettagna. Avevamo visto la morte pazza”
La vita di Assunta proseguirà, tra sensi di colpa e segreti svelati provenienti dal passato. Nel frattempo, Elsa diventa adulta. E qui comincia un’altra storia. Subentrano le paure di una madre, provenienti dal peso della “magica” eredità che ogni giovane donna riceve e le gelosie di una femmina, la cui bellezza comincia a sfiorire. L’autrice ha magistralmente messo a confronto la generazione di tre donne, prima la tutrice erborista, poi la nostra Assunta ed infine la figlia. Le loro vite si intrecciano e sono legate da un unico filo. Un destino che pesa con gli anni.
In un modo o nell’altro, ogni donna tettianese, è una minaccia per se stessa e per gli uomini che se ne innamorano. Poco sono le vie di fuga. È una catena che non si spezza, fino a quando qualcuno non decide di scendere dalla ruota panoramica e di fermare la giostra.