I ragazzi parigini del tapee sono selvaggi. Vivono nella torre Eiffel tappezzata di pelli, sono cresciuti senza adulti e non sono mai andati a scuola. Si nutrono andando a pesca sulla Senna oppure cacciando qualche animale nella foresta del Bois de Boulogne. Un po’ più in là, sempre a Parigi, ci sono i ragazzi del Louvre o del castello. Anche loro sono soli, ma sono istruiti, hanno uno stile di vita opposto a quello dei loro coetanei. Sono vegetariani, coltivano ortaggi, hanno imparato a difendersi con il bō. Due tribù completamente diverse che il giallista francese Michele Bussi ha voluto mettere al centro del suo romanzo “N.E.O – La caduta del sole di ferro” (Edizioni E/O, 2020).
Due bande di dodicenni guidati dalla diffidenza reciproca. Le loro abitudini cambieranno completamente con l’arrivo di una catastrofe ambientale: l’avvelenamento di molti animali costringerà i ragazzi ad uscire dal loro spazio quotidiano. E sarà l’occasione per conoscersi, scontrarsi e crescere. Affrontando le stagioni, le stesse che l’autore ha scelto per suddividere i capitoli del libro. Scoprendo il caos dei moti interiori. Scrive Bussi:
«L’estate volgeva al termine. Il cielo si faceva grigio, la pioggia batteva sempre più spesso e più a lungo sulle pareti di vetro della piramide, Il Frutteto sfumava i contorni. Portate dal vento, le prime foglie gialle andavano a incollarsi ai vetri inclinati della piramide. Benché durante la giornata, occupato dalle lezioni, Zyzo non pensasse al tapee, la mattina presto e la sera non riusciva liberarsi della malinconia che si impadroniva di lui…».
E ancora, in un altro passaggio, sulla curiosità: « Zyzo, con il cuore che aveva incominciato a battergli forte, ne vide di sbieco gli occhi color malva che brillavano di malizia, le piccole lentiggini sulle guance e soprattutto la grazie con cui si muoveva. Sembrava scivolare sul pavimento, un po’ come i cigni sul grande stagno della foresta quando gelava, dopo la Serata del Santuario…».
Ma la storia raccontata da Bussi è anche e soprattutto l’inizio di una saga a sfondo ecologista che, tuttavia, grazie alla sua dimensione distopica, non ricorre a soluzioni ideologiche per affrontare i drammi del nostro tempo. Gli adolescenti di Parigi − come tutti i loro coetanei − hanno ereditato il mondo che abbiamo costruito, ora hanno la possibilità di non commettere gli errori dei loro padri, di evitare scontri di civiltà. Di diventare distruttori o custodi della Terra. Su quest’ultimo punto dice uno dei protagonisti di N.E.O:
«Se avessi lasciato un libro di favole crederebbero che esistono i draghi o che la gente di prima volava sulle scope. Devi capire che abbiamo un’enorme responsabilità. Abbiamo una missione che ci è stata affidata da Mari Luna. Siamo il futuro della Terra, non possiamo permetterci di fallire. Non sappiamo perché siamo stati messi in questo castello insieme, ma so che tutti abbiamo un ruolo nel mondo a venire, tu quanto me…Maria Luna si è battuta fino alla morte per questo. Per noi. E anch’io mi batterò».
Con questo avvincente romanzo il pluripremiato Bussi ci porta nel futuro. Ci fa tifare per i suoi personaggi, come in una serie tv o in un fumetto postmoderno, senza ricorrere a particolari effetti speciali o a bacchette magiche.