Pete Cappellaio ha 38 anni ed è in fuga da New York e da un pusher vendicativo. Non viene da una famiglia disfunzionale, la madre è irlandese, il padre un immigrato norvegese, ha dei fratelli. Ha studiato in seminario e in una delle migliori università. Ha avuto una moglie, un buon lavoro, ha pubblicato racconti, e ha perso tutto. Per colpa del Vento idiota, lo stesso cantato da Bob Dylan che lo ha reso dipendente da cocaina e alcol e, soffiando sulla sua strada per 12 anni, lo ha fatto a pezzi. Pete, cioè l’autore, 30 anni dopo Jack Kerouac, il suo maestro, racconta la sua traversata americana, 8 000 km in 20 stati, a piedi, in autostop, in treno, e l’umanità errante che ha incontrato, sempre solidale anche nella disperazione. Cronaca, con molto humour e poca commiserazione, di un viaggio di espiazione verso la rinascita.