Nives è una donna energica, che vive in un borgo di campagna in toscana. Ha perso il marito e la solitudine la porta a prendere in casa una gallina, Giacomina, che non ha nessuna difficoltà a sostituire il defunto. Lo sappiamo, il cervello degli uomini è elementare e una gallina, per di più femmina, può rimpiazzare alla perfezione la compagnia del caro estinto. Tutto fila liscio finché una sera Giacomina rimane immobile sulla poltrona del salotto, come morta o in trance o ipnotizzata. Spaventata, Nives non ha modo di risvegliarla o di capire cosa le sia successo. Per risolvere il mistero che l’angoscia ha una sola alternativa, chiamare Loriano, il veterinario del borgo, con il quale ha alle spalle una vecchia storia di attrazione, progetti falliti e delusioni.
Inizia così una lunga telefonata, un solo interminabile dialogo tra i due nel quale le recriminazioni saltano fuori e poco per volta coinvolgono l’intero paese, scoperchiando il proverbiale pentolone.
Seguito ideale di “Le case del malcontento”, “Nives” è una sorta di valanga che trascina con sé le debolezze, le meschinità e l’amarezza dell’animo umano, raccogliendo una quantità di situazioni, a volte esilaranti altre drammatiche, su ciò che può succedere agli esseri umani quando attrazione e sogni si vanno a scontrare con la dura realtà delle persone. Ne esce un mondo provinciale, nel quale l’intelligenza delle donne nulla può contro la superficialità degli uomini, contro le promesse disattese e contro la vita che non prende mai la direzione che vorremmo darle.
La scrittura di Naspini è gloriosa, scorre come un fiume in piena che, a misura che la valle si allarga, diventa impetuosa, ribolle, facendo salire la tensione e scatenando nel lettore una quantità di pensieri su quale possa essere il finale di questa telefonata che vede la verve toscana di Nives come protagonista assoluta. Quasi una prova alla Perec – che amava giocare con i limiti della scrittura – questo romanzo spinge all’estremo le possibilità della narrativa, con la maestria alla quale, fin dal suo esordio con “I cariolanti”, Sacha Naspini ci ha saputi abituare. Un duello senza esclusione di colpi che ha tutti gli elementi del noir, pur essendo una storia che racconta vicende che accadono ovunque, tutti i giorni.
E, in tutto questo spumeggiare di emozioni, la gallina Giacomina che fine ha fatto? Per saperlo, compratevi il libro e leggetevelo. Qualche ora di divertimento con la promessa che la telefonata di Nives e Loriano vi terrà attaccati alle 95 pagine di questo breve ma corposo romanzo.