"Il mio paese è così piccolo che posso tenere tutti i suoi alberi sul palmo della mano come una nuvola e lanciarli - facevamo battaglie con le sue castagne nel cortile della scuola*. Intrecciano memorie, evocano scontri, accarezzano nostalgie questi racconti poetici di Mathias Enard. Lo scrittore francese, viaggiatore poliglotta ora residente a Barcellona, conduce il lettore con sé in un vagabondaggio che attraversa i suoi luoghi e le sue città: Beirut, Sarajevo, la Russia, la Spagna. Raccolte in vent'anni, i testi rappresentano il contraltare dell'opera romanzesca di Enard e si propongono come un'autobiografia per frammenti che mostra da un punto di vista diverso questo esploratore dei confini. La prossimità con la realtà più dura -- la guerra in Libano, le lacerazioni dei Balcani - è filtrata da un lirismo che pratica tutte le forme (versi liberi, rime, prose) ed è un inno al nomadismo dello spirito.