Ho una libreria piena di libri, una wishlist ancora più lunga, eppure nella mia “vita da lettrice” non mi sono mai imbattuta in una delle tante storie scritte da Sacha Naspini. La mia esperienza con questo autore inizia proprio da Nives, un romanzo che in poche pagine racchiude una telefonata lunga una vita.
Ci troviamo di fronte a un romanzo breve e diretto, che ruota attorno a una telefonata tra i due protagonisti: Nives e Loriano.
Nives ha la Toscana nel sangue, è una donna che ama la terra e i suoi frutti. Una contadina che, dopo la morte improvvisa del marito, ripone tutte le sue attenzioni verso una gallina di nome Giacomina. Certo, è assurdo pensare a una gallina come animale di compagnia, ma non per la nostra Nives che si preoccupa a tal punto da chiamare il veterinario a notte fonda.
E sarà proprio Loriano a rispondere al telefono, ancora ignaro delle conseguenze di quella lunghissima conversazione.
Forse è la prima volta che leggo un romanzo, o meglio dire un dialogo, interamente costruito attorno a una chiamata. Basta una semplice chiamata per raccontare una vita intera, mettendo a nudo i nostri protagonisti , scoperchiando sorprendenti rivelazioni e aneddoti del passato.
È la resa dei conti, la lingua tagliente che non vuole più lasciare indietro niente. Troppe sono le cose da dire, da chiarire, c’è urgenza nelle parole di Nives. Sarà una chiamata all’insegna delle verità, tra lacrime e risate per mettere un punto alla loro storia, senza lasciare niente in sospeso. Perché è la solitudine ad aver aperto il vaso di Pandora, facendo uscire tutti i sentimenti repressi verso quello che poteva essere, verso quello che ha perso e verso quello che non ha avuto.
Un romanzo insolito e particolare da divorare in un pomeriggio d’autunno, sorseggiando una cioccolata calda e ascoltando silenziosamente le voci dei nostri due protagonisti.