Le storie raccontate nei due libri di questa settimana parlano proprio di violenza. Violenza su una giovane sposa, violenza su una signora anziana. Come si può rinascere e vincere la violenza? Gli autori di entrambi i libri hanno preso spunto da vicende reali per costruire una trama che abbiamo sentito ripetere in mille varianti dai media.
Nel primo libro, “Ogni volta che ti picchio” (Edizioni e/o, pp. 238, € 17,00), l’autrice indiana Meena Kandasamy racconta la storia di una giovane scrittrice che sposa un docente universitario, ex guerrigliero maoista. Insieme si trasferiscono in una lontana città costiera dell’India. Pare che la coppia possa vivere felicemente ma all’interno della villetta, a poco a poco, il marito inizia a spersonalizzare la donna limitandone non solo gli spostamenti fisici ma spogliandola delle sue amicizie, controllando la sua posta elettronica, il cellulare e isolandola sempre di più.
“Dovrei essere uno spazio vuoto. Uno spazio dal quale è stato cancellato tutto … Questa piattezza fa contento mio marito”, scrive la protagonista. La donna, dopo aver accettato mille umiliazioni, dopo essere stata picchiata per i motivi più futili, dopo appena quattro mesi e otto giorni di matrimonio, riesce a fuggire. Infila in fretta e furia nella sua borsa a tracolla il passaporto, il bancomat, il cellulare e il computer. Una fuga che la riporterà alla sua famiglia d’origine, agli amici di prima che la credevano felice perché non postava più niente su Facebook, forse troppo impegnata a godersi la felicità coniugale.
Questo marito non riuscirà a piegare la moglie che, consapevole del suo valore, butterà fuori la sua rabbia umiliandolo con la potenza delle parole e immergendolo nella sua vigliaccheria.