Naspini esce in libreria con un romanzo breve dal forte sapore teatrale, dove anche la lingua ritorna sui passi de Le Case del malcontento, con i modi e le forme della bassa Toscana, qui ancor più accentuati dall’uso del dialogo come forma narrativa principale. Il romanzo si sviluppa infatti con una telefonata tra i due protagonisti e il testo sembra essere pronto per un radiodramma ora divertente ora agghiacciante, e dove la trama è trascinante e avvincente.
Anche lo scoprire ad ogni pagina un pezzo in più di un passato inimmaginabile, con la tecnica del disvelamento della verità ben celata sotto strati di non detto o di menzogna, arricchisce la narrazione e la spinge al confine con la sceneggiatura.
Naspini non delude mai e anche questa volta ha messo su carta due personaggi rotondi, schietti come il vino rosso della maremma e sfaccettati come il vetro smerigliato. I particolari che fanno aderire i personaggi alla terra e alla storia, poi, definiscono il quadro di un racconto compiuto e riuscito.
Consigliamo la lettura di Nives perché vi strapperà una risata, vi farà ribrezzo, vi farà compassione, vi farà rabbia, ma certo non vi lascerà indifferenti.