«È sbagliato chiamare "signori" i mariti in Giappone, non sono i padroni delle nostre vite. Ma io non avrei fatto come la mia protagonista, che nel romanzo è una single e sceglie di diventare madre da sola». A parlare è Mieko Kawakami, 44enne autrice di Seni e uova, il romanzo che ha sconvolto il panorama letterario giapponese, perché racconta con uno stile duro e crudo, condito di ironia, la vita di tre donne, due sorelle e la figlia della più piccola: ognuna ha un suo desiderio, cioè rifarsi il seno a prezzi popolari, sopravvivere alla pubertà o a una maternità in età avanzata, ma tutte devono fare i conti con la società maschilista giapponese e la pressione che esercita sul loro corpo.
Il romanzo esce il 26 agosto per Edizioni e/o (traduzione di Gianluca Coci), l'abbiamo letto in anteprima per 7, che in edicola domani presenta la prima intervista italiana della scrittrice. Con Seni e uova Kawakami ha venduto oltre 250mila copie in Giappone, scandalizzando critici reazionari, vinto premi, creato una schiera di fan e intercettato subito l'entusiasmo di Haruki Murakami (il romanzo gli ha procurato «puro stupore»). Il libro è una piccola Odissea moderna al femminile, un vero e proprio Luna Park nella psiche delle donne. Gratificherà i lettori più curiosi, che potranno anche solidarizzare con gli uomini spaesati, mentre ai più pigri non resterà che specchiarsi negli spettri dei personaggi maschili più evanescenti. Nell'intervista a 7, Kawakami racconta la difficile infanzia, l'ossessione dei maschi giapponesi per il porno e il segreto della sua felicità: «Saper ridere e piangere della stessa cosa, noi di Osaka abbiamo questa ironia, io la coltivo con mio figlio e con mio marito, quando litighiamo per cose di casa, ci prendiamo in giro come due rapper». L'amore? «È dedicare ogni istante della nostra esistenza al fatto che la vita è una sola e non torna indietro».