“Milioni di personaggi, ognuno con la sua narrazione epica”.
È così che ci vede Kate Tempest, così considera i suoi simili in un poema moderno, tra l’ode, la ballata e una cadenza rap: Antichi e nuovi di zecca, un libretto-poemetto, una proposta insolita delle Edizioni romane E/O (autunno 2019, 154 pagine). Il lavoro della Tempest è uscito nel 2013, col titolo Brand New Ancients. Le ha guadagnato svariati premi e la promozione a poetessa new generation, un riconoscimento per il quale la Poetry Book Society si impegna solo una volta ogni dieci anni, sicché di concorrenza decennale ne ha dovuta superare parecchia questa scrittrice, prima ancora poetessa e accanto anche rapper, drammaturga e musicista. Un’artista a pieno titolo, come si può apprezzare andando a verificare online con quanta efficacia declama i suoi versi (ovviamente in inglese). È davvero emozionante nei video proposti su YouTube. Uno è Kate Tempest Brand New Ancients, ma ce ne sono altri ancora, con ulteriori vibranti letture dell’autrice in persona, nella lingua di Shakespeare.
Una cosa, in effetti, è leggere:
“Abbiamo tutti bisogno di amare / e di essere amati / e di andare avanti”.
un’altra ascoltare:
"We all need to love and be loved and keep going".
Per i lettori, l’una e l’altra delle versioni sono proposte a fronte, ottima soluzione adottata dalla casa editrice: nelle pagine pari i versi inglesi, in quelle affianco la traduzione in italiano, merito di Riccardo Duranti. Kate esprime il suo talento in performance nei teatri e auditorium, ma è forte la suggestione d’immaginarla declamare i suoi versi on the road, come un’eccellente artista di strada, qual è pure.
In arte Tempest, è nata Kate Ester Calvert a Westminster, un quartiere di Londra, 35 anni fa, a fine 1985. Ha studiato performing art, ha lavorato in un negozio di dischi dai 14 ai 18 anni, si è laureata in letteratura inglese e nel mondo dello spettacolo giovane ha suonato in band, recitato poemi, accompagnato altri performer, proposto drammi portati in scena da compagnie teatrali, pubblicato album e raccolte poetiche.
“Nei tempi antichi i miti erano storie che usavamo per spiegare noi stessi, ma come facciamo a spiegare come odiamo noi stessi, le cose in cui ci siamo trasformati, il modo in cui ci spacchiamo in due, il modo in cui ci complichiamo troppo”.
Tutto sbagliato? È fallimentare l’essere diventati diversi dagli uomini e donne che hanno popolato il passato remoto dell’umanità e ci hanno consentito di essere quello che siamo oggi? No, sarebbe banale anche questo e Kate Tempest lo fa capire chiaramente
“Siamo ancora mitici, però ancora perennemente intrappolati tra l’eroico e il patetico siamo ancora divini”.
È un poema laico, ricorda che ci vuole tanto coraggio per riuscire a vivere nelle società attuali, ci vuole “eroismo” e in noi si riflettono ancora i caratteri che ci hanno trasmesso gli antichi: i difetti dei capricciosi dei dell’Olimpo, il valore dei guerrieri, la pochezza dei vili, il tradimento che i reprobi sono pronti a rinnovare a ogni passo. Tutto quello che siamo, di positivo o negativo è quello che eravamo, dice Kate:
“Vedete, tutto ciò che abbiamo è quello che abbiamo sempre avuto. Abbiamo gelosie, tenerezze, maledizioni e talenti”.
Non è facile vivere, ma dobbiamo farlo e con pazienza. Nel futuro, in un domani lontano, qualcuno, chissà chi, ritroverà tracce e vestigia della nostra età
“Quando un giorno scaveranno il tempo moderno, troveranno noi: gli Antichi Nuovi di Zecca”.