E così Winston Churchill, e Franz Kafka ed Emily Dickinson, ma questo non ha impedito loro di fare cose importanti, racconta Matt Haig in "Ragioni per continuare a vivere"
Quando si parla di malattie mentali e disagi psichici è molto facile dire cose indelicate o sbagliate, che possono far stare peggio chi non sta bene. Se poi sono i giornali o altri grandi media a trattare l’argomento, è ancora più importante farlo con alcune accortezze, non diffondendo informazioni sbagliate ed evitando rappresentazioni scorrette. È per questa ragione, per esempio, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo insieme delle linee guida su come i giornali devono parlare dei suicidi.
Uno dei temi più delicati riguarda il modo in cui si parla delle persone famose con problemi psicologici e psichiatrici: si rischia di romanticizzare o rendere affascinanti e desiderabili certe patologie e disturbi, oppure di ridurre tutta la vita di una persona alla sua malattia. Allo stesso tempo però è utile ricordare che molte persone note per aver fatto grandi cose soffrivano di depressione o altri disturbi simili: alcune per via dei loro problemi si sono suicidate, ma molte altre sono riuscite a convivere con il disagio psichico e saperlo può aiutare chi si trova in difficoltà.
Ne parla lo scrittore britannico Matt Haig in Ragioni per continuare a vivere, un libro da poco ripubblicato da E/O in italiano. Il libro è in parte un’autobiografia che racconta della depressione di Haig (in particolare di un grave episodio accaduto quando aveva 24 anni e che per molto tempo gli impedì di vivere normalmente) e in parte una serie di consigli per chi soffre di depressione o ansia e per chi ha a che fare con qualcuno con un problema del genere, senza i toni di un saggio specialistico. Nel Regno Unito ha venduto 300mila copie e ne sarà tratta una serie tv fatta dai produttori di Fleabag. Ne pubblichiamo un estratto. (...)