L'Attraversaspecchi è una delle serie più coinvolgenti che io abbia letto negli ultimi anni. Solitamente sono abbastanza lenta a leggere e tra un volume e l'altro mi piace fare una pausa, ma con la serie della Dabos ogni attesa è stata una sofferenza!
Echi in tempesta mi è piaciuto, però confesso che nella mia scala di gradimento si trova all'ultimo posto rispetto agli altri tre volumi della serie. Non che non sia un libro valido, ma mi ha lasciato emozioni abbastanza confuse.
Cominciamo dagli aspetti che mi sono piaciuti tantissimo. E iniziamo col botto, ovvero con Thorn. Chi lo avrebbe mai detto? Dopo tre libri in cui non sono riuscita ad inquadrarlo, in cui l'ho trovato fin troppo enigmatico e freddo, in questo quarto e ultimo volume l'ho apprezzato molto perché l'ho trovato più umano, più vulnerabile.
Non fraintendetemi: Thorn è sempre Thorn, ma qui vediamo degli scorci delle emozioni che prova, non è più l'uomo che tiene tutti all'oscuro, anzi lui e Ofelia formeranno una bella squadra. Non diventa d'un tratto espansivo, eh, ma il personaggio ha quella crescita che secondo me avrebbe dovuto avere almeno due libri fa. Quindi sì, mi è piaciuto e pure tanto! Era anche ora!
Di conseguenza sono riuscita ad apprezzare anche il rapporto con Ofelia. Ricordate che ero l'unica a non shipparli? Ecco, in Echi in tempesta mi sono piaciuti quei pochi momenti romantici e in generale tutte le loro interazioni.
Parlando della trama e del suo sviluppo, mi ha lasciato emozioni contrastanti. Anche se nel complesso l'ho trovata piacevole, devo dire che mi è sembrata meno avvincente rispetto agli altri volumi. La lettura non mi è pesata, come sempre lo stile della Dabos è scorrevolissimo (e secondo me per certi aspetti è anche maturato), ma le risposte agli interrogativi non mi hanno pienamente soddisfatto.
Non so dirvi di preciso cosa non mi abbia convinto, forse mi aspettavo qualcosa di diverso o forse certe risposte non state semplici da seguire, però non sono rimasta a bocca aperta come in precedenza, ecco. Allo stesso tempo non penso che la Dabos abbia lasciato troppe cose in sospeso, come ho letto in giro. Le risposte, anche se non quelle che mi aspettavo, fanno chiarezza sul mondo e sulle sue origini, su Dio e sull'Altro. Sicuramente ne generano altre, ma almeno abbiamo risposte sulle questioni essenziali.
Per i personaggi secondari invece dispiace un po' che siano rilegati ai margini, ma alla stesso tempo me lo aspettavo perché ho già capito qualche volume fa che la loro presenza è direttamente proporzionale alla loro utilità ai fini della trama. Ciononostante ho apprezzato il fatto che la Dabos si sia concentrata ancora una volta sullo sviluppo della storia perché altrimenti la scorrevolezza del libro ne avrebbe risentito un po'. Quello che piace di questa serie è proprio il fatto che sia difficile staccarsi dalle pagine perché la curiosità è tanta, quindi mi va bene così.
Il finale aperto mi è piaciuto a metà. Da un lato l'ho gradito, dall'altro non mi sarebbe dispiaciuto saperne di più.
Nel complesso comunque il bilancio è positivo perché mi ha piacevolmente intrattenuto. E sono tristissima perché dire addio ad una saga che mi ha tenuto in ottima compagnia negli ultimi mesi e che mi ha regalato tante emozioni non è semplice! Mi mancherà tanto.