Villa del seminario di Sacha Naspini è stato presentato da Paolo Petroni all'attenzione del comitato direttivo del Premio Strega 2023 con le seguenti parole:
«Un libro che, riportando alla luce un dimenticato, curioso, vergognoso fatto del nostro passato, ha un suo valore che si aggiunge a quello letterario, alla limpida scrittura dell’invenzione del personaggio e la storia di René e della sua presa di coscienza nell’ultimo periodo della guerra e del fascismo. Per questo, ho deciso di candidarlo al Premio Strega. A
Grosseto Monsignor Galeazzi accettò di stipulare un regolare contratto di affitto con un gerarca fascista, che prevedeva la trasformazione della Villa del Seminario di Roccatederighi in un campo d’internamento per ebrei, che poi si scoprì da lì sarebbero partiti per Fossoli e infine per i lager nazisti di sterminio.
René è Renato Cappelli 50 anni nel 1943, detto Settebello e preso in giro al bar del paese per quelle tre dita mancanti alla mano destra, perse da ragazzino al tornio, ciabattino dalla vita tranquilla e quasi appartata di Le Case (il luogo dove Naspini ambienta molte delle sue storie di Maremma), innamorato della sarta Anna, che gli prepara un’amata frittatina, con cui condivide amicizia e incontri quasi quotidiani, senza mai trovare il coraggio di dichiararsi. Lei è donna chiusa in casa dopo essere stata segnata dalla vita e dalla storia, prima vedova di un marito morto durante la Grande Guerra, poi madre straziata dalla uccisione da parte dei tedeschi del figlio andato sui monti da parigiano, che decide di vendicare prendendone il posto e gli ideali e lasciando a René l’incarico di coprire la sua sparizione. E lui continua le sue giornate abitudinarie, parlando da solo con l’amica assente, facendo fantasie gelose e scrivendole lettere che, non sapendo dove spedire, invia per l’aria bruciandole nel camino (...)».
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