Sandro Ferri, co-fondatore di e/o, è tra le figure più autorevoli del fronte degli editori schierati sin dall'inizio con il Salone del Libro di Torino. Intervistato da ilLibraio.it, commenta (a titolo personale) il cambio in arrivo alla presidenza dell'Aie, che la sua casa editrice ha lasciato nei mesi scorsi, segnati dalle polemiche per Tempo di Libri.
“Come Associazione Amici del Salone non abbiamo ancora avuto modo di parlare di Ricardo Franco Levi. Queste mie opinioni sono esclusivamente a titolo personale”. Sandro Ferri, co-fondatore di e/o, la casa editrice di Elena Ferrante, è tra le figure più autorevoli del fronte degli editori schierati sin dall’inizio con il Salone del Libro di Torino, da quando la scorsa estate è cominciato il dibattito, che si protrae ormai da mesi e che ha coinvolto non solo gli editori e gli addetti ai lavori, ma anche la politica locale e nazionale, legato alla nascita di una nuova fiera del libro a Milano.
A Ferri chiediamo un giudizio sulla scelta fatta dal consiglio generale dell’Aie: “Al momento è difficile esprimere opinioni, anche a titolo personale; stiamo a vedere quali saranno i primi passi che farà Levi, quale sarà il programma…”.
La casa editrice e/o nei mesi scorsi è uscita dall’Aie ma, come argomenta lo stesso editore romano, “non abbiamo preso questa decisione solo a causa della scelta, che si è rivelata sbagliata, di promuovere una nuova fiera e di abbandonare Torino, ma anche per altre ragioni, ad esempio la politica dell’associazione sul prezzo del libro, che tende a seguire le linee dei grandi gruppi editoriali”. A proposito di prezzi in libreria, è stato proprio Levi il primo firmatario della discussa legge che regola gli sconti: “In quella fase il lavoro di Levi portò a una legge di mediazione. Oggi, però, com’è noto mi spingerei ben oltre, portando lo sconto massimo al 5%”.
Ieri, a caldo, intervistato da ilLibraio.it, Levi ha auspicato un ritorno all’unità tra gli editori: “Dipende da quali scelte farà l’Aie, l’unità non è in assoluto un bene”, replica Ferri.
Reduce dal successo del Salone del libro di Torino, l’editore di e/o dice la sua anche su Tempo di Libri: “Credo che anche in Aie si siano resi conto che fare una fiera quasi in contemporanea sia stata una pessima idea. Chiunque partecipa a una fiera, con impegno e passione, sa che è impossibile farne due troppo ravvicinate, e vale anche per i lettori. Ho sentito voci di uno spostamento di Tempo di Libri in autunno, potrebbe essere un’idea”.
Quanto al futuro del Salone (nelle prossime settimane la Fondazione per il Libro, il Comune di Torino e la Regione Piemonte dovranno lavorare alla conferma dei fondi per la prossima edizione ma, soprattutto, alla ricapitalizzazione, vista la non semplice situazione finanziaria per i debiti del passato), l’editore di e/o si dice “fiducioso nell’attuale gestione della Fondazione. Spero che con l’aiuto di Chiamparino e Appendino affrontino presto la questione. Per Torino il Salone è fondamentale, anche a livello di indotto. Credo ne siano tutti consapevoli”.