Terzo episodio della saga che ha come protagonista lispettore Salvo Riccobono, presentato fin dal primo romanzo di Di Cara come un bersaglio prioritario della mafia. Marchiato dalla vendetta di Cosa Nostra, in Vetro freddo Riccobono viene trasferito dalla Sicilia alla Calabria: territorio non meno pericoloso, dove la ndrangheta si è incistata nel profondo del tessuto sociale ed economico.
I fili che legano i boss locali ai piccoli criminali, e che da essi ripartono diramandosi verso realtà sempre meno semplici da scoprire e da combattere, sono molto ben occultati. Anzi, forse assimilati dal territorio stesso, come ci fa capire questo romanzo.
Attraverso le indagini del suo protagonista, degli appostamenti tesi a smantellare un traffico di droga, Di Cara lascia intravedere una struttura sotterranea di collegamenti, un sistema arterioso il cui cuore sembra proprio quellAspromonte che le cronache hanno reso noto ormai da tempo.
Romanzo poliziesco narrato in soggettiva, Vetro freddo ha una cifra stilistica che lascia presagire future evoluzioni. Di Cara è uno di quei rari scrittori realmente sanguigni, capaci di prendere spunto dal vissuto personale per ottenere storie appassionanti, perfino scomode (impresa tuttaltro che facile per chiunque).
Ma se un giorno lautore, giunto al suo quinto libro, decidesse di raccontare altro, risulterebbe comunque e sempre un narratore intenso e mediterraneo, avvincente quando descrive unazione, e toccante se invece è ora di soffermarsi sul paesaggio. Del mondo o dellanima.