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L'amore inquinato e violento è uno schiaffo a mano aperta

Autore: Francesco Zani
Testata: La Stampa - TuttoLibri
Data: 22 febbraio 2025

Esiste il tempo e poi esiste l'amore, esiste la violenza che li inquina entrambi e il dolore che ne riempie i contorni. Addio, bella crudeltà di Riccardo Meozzi e Il Male maschio di Enrico Dal Buono sono due romanzi che, nella loro grande distanza, raccontano il dolore, la gloria, la disperazione, l'amore e il sesso dentro la vita di coppia. Passi a due tra uomini e donne che ballano feriti, scontrosi, vivi. Un impasto di emozioni e ostacoli quotidiani, una continua riflessione sul senso di amarsi anche dopo, nonostante, contro. Assomigliano a uno schiaffo a mano aperta, di quelli che quando stanno per arrivare muovono l'aria sopra la testa e lasciano un'impronta. Addio, bella crudeltà è l'esordio di Meozzi e di un esordio si porta dietro freschezza ed entusiasmo letterario senza cadere nell'ingenuità. D'altro canto non si intravede mai il mestiere ostentato, ma la storia sgorga da una naturalezza spontanea che colpisce. La struttura del romanzo si fonda sul suo tempo: flashback, corse in avanti, salti, il montaggio dell'intreccio ha un peso specifico enorme e le scelte sono tutte perfettamente bilanciate. L'impressione è che per raccontare la storia di Lidia e Giovanni servisse questo numero esatto di scene, di cambi, di parole e di aggettivi e che Meozzi le abbia trovate, come in una formula magica. C'è una scena che contiene il segreto di questo amore disgregato ed è il momento in cui Lidia decide di comprarsi una macchina fotografica per prendere e fermare la sua immagine insieme all'uomo che ama e che sta appassendo in modo irrevocabile. È la tenerezza più tenera, l'amore più amore, la disperazione più disperata, è Lidia che diventa Antigone senza fratelli da seppellire, è Lidia che diventa Euridice senza che Giovanni possa neanche girarsi a guardarla perché è lui che sta per sparire. Lo stridore perfetto di Addio, bella crudeltà abita nella giovane età della protagonista e nella consapevolezza mai urlata che potrà anche rifarsi una vita ma che importa della rinascita dopo una caduta così. Più forte di ogni paura, di ogni bicchiere mandato giù per attutire i colpi, dei soldi borghesi accumulati sul conto quasi di nascosto. L'atmosfera dentro la coppia riporta all'aria sospesa degli Indifferenti di Moravia con gli spigoli di Giovanni che non vengono smussati da niente e ogni suo gesto d'amore che sembra contenere la promessa di una rivalsa, di un ritorno, di una qualche violenza. Lui e Lidia sono talmente veri che sono belli anche quando verrebbe solo da detestarli. (...)