Cosa accadrebbe se a James Joyce venisse rifiutato ogni libro? E qualora Tolstoj fosse ospitato in radio a Roma, per ascoltare il parere di Ilaria da Foggia, come reagirebbe? E se William Shakespeare finisse alla sbarra con l’accusa di plagio? Sono solo alcuni dei ritratti paradossali che questo libro ha in serbo per il lettore.
Con una prosa scanzonata, L’unico scrittore buono è quello morto illumina splendori e miserie del mondo letterario, senza risparmiare i mostri sacri. Autori e lettori, editori e traduttori finiscono in un frullatore di racconti e storielle che miscela una metafisica Praga ribattezzata Kafkania (in cui i bordelli si chiamano “Il Castello”, “La Condanna” o “La Colonia Penale”) con una San Francisco iperletteraria dove vagano i sosia dei beat, uno scrittore beone alle prese con una lettrice assatanata e un poetastro in gara nel poetry slam più sgangherato della storia.
Una parodia esilarante per aspiranti scrittori e lettori sgamati, che snocciola un’indimenticabile carrellata di personaggi afasici, perduti, smarriti nel tragicomico labirinto delle lettere. Un libro per tutti quelli che vogliono scrivere e per chi questi ultimi li farebbe fuori volentieri, ma anche un grande atto d’amore per la forza della scrittura.
Parola di scrittore / 1
Io non scrivo, io pubblico.
C’era uno scrittore che scriveva solo cose vere, ma tutti gli chiedevano cosa c’era di inventato. Non appena passò a scrivere cose inventate, tutti cominciarono a chiedergli cosa c’era di vero.
Parola di scrittore / 2
Io non pubblico, io scrivo.
C’era uno scrittore che, ancora prima di concepirlo, scriverlo e pubblicarlo, aveva dedicato il libro alla fidanzata.
«L’ho dedicato a te, amore» le disse.
«Davvero, zuccherino?» domandò lei, commossa.
E vissero per sempre felici e inediti.
Parola di scrittore / 3
Io non scrivo, io vivo.
C’era uno scrittore che aveva letto un solo libro, il suo.
E gli era bastato.
Parola di scrittore / 4
Io non vivo, io scrivo.
C’era uno scrittore che considerava la letteratura finita,
anche perché non leggeva mai un libro.
Parola di scrittore / 5
Io non pubblico, non scrivo e nemmeno vivo. Sto bene, infatti.
Marco Rossari
Marco Rossari è scrittore e traduttore. Il suo libro più recente è Bob Dylan. Il fantasma dell'elettricità (add editore, 2017). Tra i tanti autori tradotti, Charles Dickens, Mark Twain, Percival Everett, Dave Eggers, James M. Cain, Hunter S. Thompson. Collabora con numerose riviste. Per le nostre edizioni ha pubblicato nel 2012 L’unico scrittore buono è quello morto e nel 2016 Le cento vite di Nemesio.