Come può accadere che un “giardino di delizie” (il famoso Parchetto dei Duchi della Rovere) diventi un manicomio? E come si fa a raccontare, dall’interno di un manicomio, una serie di storie che sono inenarrabili, per definizione e per contratto?
Attraverso la voce e l’esperienza di Tilde (Matilde), infermiera dei matti, Il mio manicomio si muove in un pulviscolo di storie senza requie, personali e collettive: fatti minimi e privatissimi di famiglie (felici o infelici quanto basta) che si incrociano con la grande Storia della nazione.
Il tormentato monologo di Tilde porta in scena una ricca galleria di personaggi, positivi e negativi: il padre mai conosciuto; la madre analfabeta che prega in latino; il marito paterno e positivo; la figliola che “padreggia”; e poi i ricoverati, le suore, la superiora, il direttore fissato con l’elettroshock, i dottorini, il tempo che passa.
L’ex giardino delle delizie ducali, da luogo di pena e reclusione, diventa paradossalmente un osservatorio privilegiato per seguire i mutamenti, le illusioni e gli inganni di un paese nell’arco di almeno sessant’anni: la ritirata di Caporetto, il fascismo, la seconda guerra mondiale, lo sfollamento di un intero ospedale psichiatrico sui monti dell’Appennino, l’arrivo degli Alleati, il dopoguerra, il boom economico, gli psicofarmaci, fino alle ultime finzioni della presunta società del benessere.
Una narrazione tesa dalla prima all’ultima pagina, condotta da una voce forte, che dispone di una sua lingua prescolare, a metà strada tra il dialetto della tradizione orale e l’italiano imparato alle elementari negli anni venti del secolo scorso: una lingua dolorante, che si misura con temi cruciali, veri e propri nervi scoperti, con rabbia e reticenza insieme.
Il mio manicomio è un affresco compatto, stipato di personaggi come certi quadri di Brueghel; ma anche con improvvisi squarci comici come certi quadri di Hogarth.
Paolo Teobaldi
Paolo Teobaldi è nato nel 1947 a Pesaro, dove vive. Ha fatto il traduttore, il copywriter e l’insegnante d’italiano. Come narratore ha pubblicato: Scala di Giocca (Edes, Cagliari, 1984) e per le nostre Edizioni Finte. Tredici modi per sopravvivere ai morti; La discarica; Il padre dei nomi (Premio Frontino-Montefeltro 2002); La badante. Un amore involontario, candidato al premio Strega nel 2005; Il mio manicomio e Macadàm. I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue.