La giustizia internazionale è un'importante frontiera della civiltà moderna: la via perché davvero, come vuole fin dal 1948 la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, tutti i cittadini nascano "liberi ed eguali in dignità e diritti". Il romanzo Venga pure la fine di Roberto Riccardi, che muove dalla sospetta ingestione di farmaci nocivi da parte di un criminale della guerra in Bosnia, sulla quale indaga un ufficiale italiano, affronta il tema con il ritmo proprio di un noir, uno stile narrativo contemporaneo e il realismo di chi conosce la materia. Perché Riccardi, colonnello dell'Arma, l'uniforme delle missioni di stabilizzazione l'ha indossata due volte, la prima in Bosnia e la seconda nel Kosovo.
La tragedia dei Balcani, nel libro, è occasione per riflettere sugli orrori dei conflitti e sull'eterna giustificazione dei carnefici: "non ho fatto che eseguire degli ordini". Saranno i due protagonisti, il tenente Rocco Liguori e il colonnello Milan Dragojevič, a confrontarsi su questo assunto, e lo faranno a colpi di Elsa Morante e Ivo Andrić, dei quali hanno letto gli stessi testi per giungere a conclusioni diametralmente opposte. Sullo sfondo, fra una Sarajevo devastata e L'Aja sede del Tribunale penale per i crimini commessi nella ex-Yugoslavia, il ruolo del nostro Paese, sempre in bilico nel difficile equilibrio fra il rispetto della propria Costituzione e gli obblighi imposti dalle varie Alleanze.
Roberto Riccardi
Roberto Riccardi, colonnello dell’Arma e giornalista, è nato a Bari nel 1966 e vive a Livorno. Ha lavorato a Palermo negli anni delle stragi e poi in Calabria, a Roma, in Bosnia e Kosovo quale componente dei contingenti di stabilizzazione.
Con il personaggio di Rocco Liguori ha firmato, sempre per la collezione Sabot/age, il noir imperniato sul ruolo degli agenti sotto copertura Undercover. Niente è come sembra (2012), vincitore dei premi Biblioteche di Roma, Azzeccagarbugli e Mariano Romiti, e il romanzo sullo sfondo delle guerre balcaniche Venga pure la fine (2013), candidato al Premio Strega 2014, che ha ottenuto riconoscimenti ai Festival del noir di Serravalle e Suio Terme.
Ha all’attivo anche due romanzi nel Giallo Mondadori, il primo dei quali, Legame di sangue, gli ha fruttato il premio Tedeschi nel 2009. Ha inoltre pubblicato tre libri sulla Shoah per l’editrice Giuntina: Sono stato un numero (2009), La foto sulla spiaggia (2012) e La farfalla impazzita (2013, scritto insieme a Giulia Spizzichino). Con Sono stato un numero, opera premiata da “Adei-Wizo”, l’Associazione Donne Ebree d’Italia, si è aggiudicato il premio Acqui Storia.